Il web nel quale navighiamo ogni giorno, quello visibile, rappresenta solo una minima percentuale dei contenuti reali della rete (si dice il 4%). Sotto la superficie c’è tanto di più: il cosiddetto deep web, un territorio di bit poco esplorato e spesso sotto accusa, perché la sua apparente inaccessibilità ne fa anche il posto dei crimini e dei commerci illegali. Ma che cos’è davvero il deep web (o dark net)? Come vi si accede? E, soprattutto, cosa succede nelle sue segrete stanze?
1. Cos’è il deep web
In parole semplici è quella parte di internet inaccessibile ai comuni strumenti che usiamo per navigare e che non può essere indicizzata dai motori di ricerca come Google. Per spiegarlo è utile la metafora dell’iceberg: al di sopra del mare c’è la parte più piccola, il web accessibile. Il grosso dell’iceberg, cioè il deep web, si trova invece sotto la superficie del mare. Infine ci sono le profondità marine, nelle quali si agita il mistero di internet e dove in pochi riescono a immergersi.
2. In cosa è diverso dal web che conosciamo tutti?
Gli esperti dividono il web in 6 livelli:
il web comune;
il surface web dove operano i server informatici e siti come Reddit;
il bergie web, ultimo livello accessibile senza particolari strumenti e conoscenze, ospita risultati nascosti di Google e siti di video e immagini senza censure;
il deep web dove si entra solo usando software speciali e dove si trovano i canali di comunicazione degli hacker;
il charter web nei cui forum si muovono con disinvoltura hacker, trafficanti di armi e droga, jihadisti, estremisti e pornografi. È il mercato nero del mondo; e
il marianas web che – si dice – comprenda l’80% di internet. Il suo contenuto è in parte sconosciuto e fonte di leggende metropolitane).
Dal deep web in giù, non vi trovate in un luogo “ludico”… ma in un posto dove i lamer [aspiranti cracker o hacker con conoscenze informatiche molto limitate, NDR] che non sanno proteggere (realmente) i propri dati rischiano come un turista che passeggia di notte nei peggiori quartieri di Bogotà, con uno scintillante Rolex al polso.
3. Come vi si accede?
È necessario usare un browser dedicato come TOR (The Onion Router), creato a suo tempo per permettere la navigazione nei paesi dove internet è soggetto alla censura. Tor garantisce l’anonimato attraverso il continuo rerouting su nodi. In altre parole, ogni PC connesso a TOR è un nodo, come in una rete P2P. Ecco perché è difficilissimo tracciarne le connessioni ed altrettanto facile sfuggire ai controlli. Inoltre nel deep web file come video, foto e documenti sono custoditi su computer di utenti diversi e obbediscono alla regola del peer-to-peer. Anche chiudendo una pagina web o mettendo fuori gioco un server, non si elimina nulla.
4. Come si trovano i siti?
I siti che scelgono di vivere solo nel deep web adottano diversi stratagemmi per non farsi trovare da Google. Il più semplice è quello di chiedere a Google di non venire indicizzati (è possibile). Il più importante è quello che i siti del deep web utilizzano protocolli di rete diversi da quelli Http, quali I2P, non-exit-relay, Freenet. Un punto di partenza per la scoperta del deep web può essere l’aggregatore di news Reddit, dove è possibile trovare alcuni link. In alternativa ci sono i forum dedicati all’argomento o le link list. I siti del deep web spesso si riconoscono dal suffisso .onion e, a differenza dei normali siti web, sono ospitati sul computer del loro creatore e possono essere raggiunti solo usando il browser Tor. Creare un sito .onion non è facile: oltre al software Tor, è necessario installare sul proprio computer un server dove mettere il materiale che servirà alla costruzione del sito come foto, testi, ecc. Fino a qualche tempo fa c’era Freedom Hosting, un servizio che permetteva di creare siti accessibili dal deep web. Un vero e proprio ricettacolo di attività illecite che ha subìto prima l’attacco degli hacker di Anonymous e poi l’intervento dell’FBI.
5. Cosa si trova nel deep web?
Di tutto. Anche Edward Snowden e gli attivisti delle primavere arabe hanno usato il deep web per sfuggire la censura e i controlli. Poi ci sono forum, siti di organizzazioni spesso estremiste (è stato calcolato che ce ne sono almeno 50 mila) e anche negozi virtuali come il famigerato Silk Road, dove c’è chi vende droga, armi e documenti falsi, che poi arriveranno a casa in un pacco anonimo, in modalità priority stealth. Si paga con Bitcoin e ogni venditore è accompagnato da un sistema di feedback che ne garantisce l’attendibilità, proprio come su eBay. L’FBI ha calcolato che il solo Silk Road abbia generato tra febbraio 2011 e luglio 2013 transazioni finanziarie per 1,2 miliardi di dollari, ricavandone commissioni per 80 milioni di dollari. Silk road era (e oggi è Silk Road 2.0) un sito specializzato in droghe, carte clonate, skimmer e attrezzi da truffatore e merci vietate. Non era e non è il Far West: ha regole precise. Bandite armi, pedopornografia. Il gestore si prende il 10% delle transazioni e c’era pure un sistema di risoluzione delle dispute. Come ebay. Ed è meglio non sgarrare.
Di diverso avviso è l’FBI che ha rivelato che Silk Road è stato usato anche per commissionare omicidi e altri crimini. Non solo: anche le mafie ricorrono ai negozi del deep web per condurre i loro traffici. E anche i piccoli trafficanti sembrano apprezzarlo: è qui che di recente sono stati venduti biglietti falsi dell’Atac e dell’ATM a un terzo del prezzo stabilito dalle due aziende municipalizzate di trasporti. Uno dei prodotti più venduti su Silk Road è una pasticca di ecstasy da 9 dollari chiamata “Superman Xtc” e venduta dall’Olanda. Al secondo posto c’è una carta prepagata da 100 sterline che permette di cambiare agilmente bitcoin in soldi veri e che può essere utilizzata nei pub, ristoranti e musei della Gran Bretagna. Al terzo posto, infine, c’è un pacchetto da 200 milligrammi di DMT (dimetiltriptamina), un allucinogeno che negli ultimi anni è diventato di moda negli Stati Uniti.
Deep Web, un posto non per tutti.